19 mars 2008

Piccola storia di un reenactor, Gianni Miglietta, Reg. Savoia

Chi, da bambino, non ha mai sognato di trasformarsi in un eroe del passato, centurione romano, moschettiere, ussaro, cavaliere della tavola rotonda o cowboy ? Se molti hanno smesso di sognare, altri invece, continuano. Gianni é uno di loro. E' un così detto soldato di reenactment che ha fatto della storia, la sua passione. Una passione per la cura nella ricostruzione di divise e bandiere, per lo stupore e l’eccitazione del pubblico durante la rievocazione delle grandi battaglie in tutt'Europa. non importa. Continua a sognare il passato e lo studia davvero: per scoprire come vestivano i soldati del tempo, com’erano armati, dove dormivano e come manovravano. E' diventato un reenactor, un interprete moderno delle grandi battaglie del passato. Torinese, 51 anni,sposato con due figli, durante la settimana lavora come informatico alla Magneti Marelli. La domenica, però, si trasforma in un altro personaggio. Indossa la pesante divisa in panno e gli stivaloni della Compagnia Cacciatori del Reggimento Savoia. Mette a tracolla il fucile ad avancarica, intesta il tricorno con la coccarda, e va a rivivere le grandi battaglie dell’Ottocento. Sono gli scontri della “Guerra delle Alpi”, durante la quale,dal 1792 al 1796 i piemontesi sbarrarono i passi delle nostre montagne alle armate della rivoluzione francese. E poi i fatti d’arme napoleonici: Austerlitz, Jena, Lipsia, Waterloo. Lì, tra centinaia di altri soldati che hanno la stessa passione e provengono da tutta Europa, si montano le tende, si allestiscono i bivacchi e si ripassano le manovre del giorno dopo. All’alba, infatti, Gianni parteciperà alla battaglia nelle vesti del caporale La Cote,accompagnato dagli amici del gruppo storico cui appartiene: Tiziano, detto La Meche; Franco,Genoz; Fabio La Tempete; Roberto Brise Barriere;Giovanni, Tranche Montagne. Ma perché tanta fatica e tanto lavoro per un gioco?«Non un gioco, una rievocazione» spiega Miglietta.«Se volete, un modo di far uscire i personaggi dai libri di storia e ridare loro vita: con gli sbuffi dei cavalli, il rombo dei cannoni, il sudore dei soldati». Ma la gente apprezza? «Sì, e questo è uno dei motivi per cui vale la pena faticare su e giù sotto il sole, tra scariche di fucileria e assalti alla baionetta. Quando il fumo della polvere nera con la quale sono caricati (a salve) fucili e cannoni finalmente si dirada, ai ragazzi del pubblico brillano gli occhi di eccitazione e questo per noi è il premio più bello».E gli altri motivi che vi hanno spinto a costituire un vostro gruppo storico?«La passione per la storia, intesa come voglia di studiare a fondo divise e armamenti, bandiere e organizzazione del reggimento. Non a caso in “Diario di un reenactor”, il libro edito da Ananke dove racconto la nostra esperienza, sono descritti colori e misure delle bandiere, forme e foggia delle giberne e dei tascapane, comandi (in francese) e gesti previsti dai regolamenti dell’epoca». Resta tempo per la famiglia? «Sì, sì, risponde Gianni. E poi mia moglie è molto comprensiva. Mentre per i figli è stato facile: li ho arruolati. Lui tamburino, o all’occorrenza portaordini, lei vivandiera».

E voi, di che reggimento volete essere ?

1 commentaire:

Anonyme a dit…

Non sapevo ci si potesse arruolare per fare il soldato del passato...